venerdì 11 maggio 2012

Non sono obiettivo

Quando scelsi di acquistare i libri di Oliviero Toscani ero consapevole che mi sarei approcciata ad una lettura insolita e imprevedibile. Conoscendo un pò il personaggio Toscani, potevo immaginare che le sue non sarebbero state parole   scontate, soprattutto non mezzi termini. Questo mi affascinava e mi affascina.
Nel suo libro " Non sono obiettivo ", Oliviero è diretto, così come lo è con le sue fotografie e con i messaggi delle sue campagne pubblicitarie. Di sicuro è un personaggio che non conosce il perbenismo. E' una sorta di esagerazione attraverso cui esprime il suo modo di vedere il mondo.
Egli stesso scrive " io non sono obiettivo, però vedo, e molto spesso quel che vedo non mi piace. Allora mi prendo la libertà di dirlo ".
Trovo che in punto preciso del libro si possa trovare il Toscani puro, genuino e, forse per alcuni, anche un pò irriverente. Non posso non condividere con voi questo passo.



" In uno scompartimento, in treno:
<< Scusi, le dà fastidio se fumo?
E a lei dà fastidio se scoreggio?>>
Chissà perchè l'odore di un peto innocente è moralmente condannabile più del puzzo di una boccata di fumo, che ha stagnato nei polmoni marci di un fumatore. Sfido chiunque a dimostrare, tra i due odori, che quello del fumo è più ecologico. L'odore di un  peto dura, in media, dai dieci ai quindici secondi. Poi si disperde naturalmente nell'aria. Una sigaretta, aspirata con calma e non con la nevrosi che spinge chi fuma a spegnerne una e accenderne un'altra, dura dai due ai tre minuti. Il fumo ristagna per ore negli ambienti, impregna abiti e capelli dei malaugurati che vi si trovano. Le cicche sporcano i pavimenti e riempiono i portacenere.
Una scoreggia provoca, tutt'al più, un risolino e una fuga temporanea. Bisognerebbe rivedere le regole del galateo per togliere dal peto quell'imbarazzo del "si fa ma non si dice" che provoca vergogna e trasferire tutto sul fumo, un'attività che dovrebbe essere relegata alla clandestinità e, qualora fosse compiuta in pubblico, condannata dalla riprovazione e dal biasimo. Chiedere ad alta voce in un salotto: "Disturbo se scoreggio?" servirebbe a rendere evidente la violenza di chi, chiedendo educatamente se può fumare, pretende in realtà di concedersi tre minuti in cui può fare i suoi porci comodi, che è, da sempre, il massimo della maleducazione.
E che dire della legge che impone al datore di lavoro di adeguare gli impianti di depurazione per permettere agli impiegati di fumare in ufficio? Significa che, in presenza di un ventilatore, sarà permesso anche scoreggiare?
Respirare il fumo di una sigaretta, infine, fa venire il cancro. Respirare l'odore di un peto fa venire, al massimo, il dubbio su chi lo ha sganciato."




Le immagini sono due lavori di Oliviero Toscani.

3 commenti:

  1. come dice mia nonna :"quann u coul men vind u spziel steje all'abbind"

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  2. Nemmeno tua nonna ha paura di dire come la pensa.

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  3. peto dolce peto!:D rik

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