venerdì 22 giugno 2012

Venosa non è un paese solo di vecchi


Lunedì 18 giugno, dopo la vittoria dell' Italia sull' Irlanda, tutto il paese si è ritrovato a festeggiare. Quando parlo di paese mi riferisco a Venosa.
Quelli che ho avuto modo di osservare sono stati festeggiamenti che ci stanno tutti, vuoi per i veri tifosi e per i veri intenditori di calcio, vuoi per chi, come me, non ne capisce nulla ma comunque, almeno le partite dell'Italia agli europei o ai mondiali, le segue.
Ma non è questo il punto. La cosa che mi ha fatto riflettere non è il motivo dell'euforia scatenatasi per strada, anche se a riguardo ne avrei di cose da dire sui modi egocentrici di partecipazione ai festeggiamenti.
Ma tralascio questi aspetti. La mia riflessione è stata l'osservare come i giovani ci siano eccome a Venosa e come sono in grado di creare un certo movimento. Allora mi dico, possibile che lo sappiamo fare solo per queste cose? Solo per festeggiare? Perchè non siamo in grado di metterci in moto anche per denunciare situazioni scomode? Per quale motivo siamo bravi a fare cori e a sventolare bandiere per una partita di calcio? Riusciamo ad essere  altrettanto carichi per scuotere questa città che sembra essersi assopita non per il caldo della bella stagione, ma per una dilaniante indifferenza e un totale disinteresse generale? Cosa ci spaventa? Il metterci in discussione? Il dover investire la propria persona e personalità in qualcosa di più impegnativo? Eppure, credo che i giovani come me che hanno deciso di tornare e quelli che invece hanno deciso di non andare e di rimanere sin dal primo momento, non siano contenti di vivere in un posto così. Un paese in cui nulla accade. Un posto dove non si trova il modo di cambiare le cose e non tanto per la voglia di cambiare il mondo e di rendersi paladini di chissà quale ideologia, quanto per una qualità di vita migliore, per creare possibilità di crescita per noi stessi, per dare vita a stimoli positivi per le nostre generazioni. Dico se abbiamo deciso di vivere qui possibile che ci vada bene il disinteresse? E' possibile che sappiamo solo essere spettatori di uno spettacolo che il più delle volte non ha nulla da offrire? Sappiamo prendere in mano il telecomando e cambiare canale?!

2 commenti:

  1. le tue sono interrogativi interessanti ... da molto tempo mi pongo le tue stesse domande e sono arrivato ad una conclusione tragica ... a mio parere non è un problema di età ... giovani o vecchi non vi è molta differenza ... il vero problema è nella qualità delle persone ... sarà la mia visione pessimistica dell'uomo e del venosino in particolare.. ma io penso che siamo una comunità assolutamente apatica ed insensibile ... culturalmente indifferente e desiderosa di oblio .... il motto del venosino tipo potrebbe essere "non disturbatemi sto semplicemente sopravvivendo".... sopravvivere è più facile che vivere .... il vivere presuppone una progettualità e una proiezione verso finalità che il sopravivvente non ha e non vuole avere .... vivere vuol dire combattere per affermare qualcosa ... sopravvivere significa combattere per mantenere se stessi in vita, senza alcuna prospettiva.

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    1. Il post che avrei voluto scrivere.
      Come dice "anonimo" vivere richiede una presa di coscienza e uno sforzo continuo, ma assolutamente appagante (anche se dirlo in termini quantitativi è sbagliato).
      Libro e film culto che rappresentano al meglio questa condizione (e ne danno una spunto per uscirne) è Fight Club: unirsi, "combattere" (non fisicamente, mi sembra ovvio) per conoscere se stessi e quindi vivere.
      [Rocco Casella, Venosa, 17 anni]

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